La Tabula in Italia: un gioco antico perso nella nebbia della storia

La Tabula, antenato diretto del moderno backgammon, era un gioco conosciuto e praticato in tutto il bacino del Mediterraneo già ai tempi dell’Impero Romano. Testimonianze storiche mostrano che i Romani amavano questo gioco da tavolo, che combinava strategia e fortuna in modo elegante, e che lo praticavano sia nelle case patrizie sia nelle taverne popolari.

Eppure, sorprendentemente, in Italia la Tabula è praticamente sconosciuta oggi. Come mai un gioco così antico e diffuso sia scomparso quasi del tutto dal nostro Paese? Una risposta va cercata nei secoli bui in cui cultura, divertimento e libertà individuale erano strettamente monitorati e, spesso, censurati.

Durante il Medioevo e fino all’età moderna, le istituzioni religiose esercitavano un controllo severo su ciò che era considerato “morale” o “appropriato”. I giochi di strategia, di scommessa o semplicemente di svago rischiavano di essere etichettati come peccaminosi o disdicevoli. La Chiesa, spesso in collaborazione con il potere politico, tendeva a reprimere attività che potessero distogliere i cittadini dai doveri religiosi o civici. La Tabula, come altri giochi da tavolo, era vittima di questa persecuzione culturale: le testimonianze di cronisti e manuali di proibizioni mostrano come i tavoli da gioco fossero spesso sequestrati e i giocatori sanzionati.

Oltre alla censura, il lento declino della Tabula fu favorito anche dalla trasformazione sociale. I nuovi giochi che arrivavano dall’estero e le carte da gioco iniziarono a sostituire i giochi tradizionali. Con il passare dei secoli, la conoscenza pratica della Tabula si perse, e le antiche regole furono dimenticate, fino a far sembrare il gioco un ricordo lontano, quasi mitologico.

Oggi, riscoprire la Tabula in Italia non significa solo recuperare un passatempo, ma anche restituire alla cultura italiana una parte della propria storia ludica cancellata da secoli di repressione e paura. Il backgammon moderno è così popolare altrove proprio perché non ha subito lo stesso destino: in Italia, invece, resta un tesoro nascosto, pronto a essere riscoperto da chi ha voglia di sfidare la storia… e la fortuna.

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