Fortuna vs Strategia nel Backgammon: la vera percentuale

Il backgammon è un gioco unico: unisce il calcolo probabilistico degli scacchi al caos controllato dei dadi.
Proprio per questo da decenni appassiona giocatori, matematici, statistici e teorici dei giochi.

Ma la domanda che tutti si fanno quando iniziano a giocare seriamente è sempre la stessa:

Quanto conta la fortuna e quanto conta davvero la strategia?

La risposta breve

Nel lungo periodo, gli studi basati sui bot di analisi (come GNU Backgammon, Snowie e XG) hanno mostrato che:

  • Strategia / abilità: 70–80%
  • Fortuna / dadi: 20–30%

Ma attenzione: questa proporzione vale solo nel lungo periodo, cioè su decine di partite.
Sul singolo match la fortuna può essere molto più pesante, anche oltre il 50%.


Perché il backgammon sembra più “fortunoso” di quanto sia

1. I dadi sono immediati

Ogni tiro può cambiare la posizione in modo radicale. Questo fa percepire la fortuna come dominante, anche se a livello statistico non lo è.

2. La strategia è invisibile agli inesperti

Un giocatore forte prende decisioni corrette che minimizzano il rischio futuro, anche se il vantaggio non è evidente subito.
Molti principianti scambiano una giocata solida per “un colpo di fortuna dopo”.

3. Le partite sono veloci

A differenza del poker o degli scacchi, una singola partita di backgammon è breve.
Questo amplifica la percezione di volatilità.


Perché la strategia domina nel lungo periodo

Gli algoritmi dei moderni bot hanno dimostrato più volte che:

  • Un giocatore forte batte costantemente un medio-forte.
  • Un esperto distrugge un principiante anche se quest’ultimo è “fortunato”.
  • La differenza di PR (Performance Rating) predice in modo molto accurato il risultato su grandi campioni di partite.

In altre parole: un bravo giocatore vince perché sbaglia meno, non perché è fortunato.

E questo è misurabile.


Il ruolo reale della fortuna

La fortuna nel backgammon esiste eccome — ed è fondamentale.
Ma non è “un vantaggio per chi capita”. È un livellatore temporaneo: nei match brevi, un giocatore debole può battere un campione. Succede perché:

  • ogni mossa dipende dal tiro dei dadi
  • i dadi possono favorire combinazioni rare o decisive
  • anche il giocatore più forte è costretto a reagire a eventi casuali

Tuttavia, su decine di partite, la differenza di abilità emerge in modo netto.

È un gioco dove la fortuna determina il breve termine, la strategia il lungo periodo.


La percentuale nelle varie fasi del gioco

La “quota” di fortuna non è sempre la stessa. Cambia a seconda della posizione.

1. Apertura: 50% fortuna, 50% tecnica

Il primo tiro indirizza la struttura, ma le risposte sono tutte tecnicamente definite.

2. Medio gioco: 10–20% fortuna, 80–90% abilità

Qui si giocano le decisioni più pesanti: tempi, ancore, blitz, priming.
È la fase dove la bravura conta di più.

3. Finale (bearoff): 30–40% fortuna, 60–70% abilità

La tecnica è più semplice, ma un paio di tiri sfortunati possono ribaltare tutto.


Perché il backgammon è speciale

Molti giochi sono “solo strategici” o “solo fortunosi”.
Il backgammon è uno dei pochi dove:

  • la fortuna rende il gioco imprevedibile e sempre nuovo
  • la strategia consente ai più forti di vincere con continuità
  • esiste un equilibrio naturale tra caso e abilità

È proprio questa miscela a renderlo così vivo, competitivo e, soprattutto, umano.


Conclusione

Se dobbiamo proprio mettere un numero, i migliori dati disponibili ci dicono che il backgammon è circa:

👉 75% strategia
👉 25% fortuna

Ma la verità è più sottile:

La fortuna ti fa vincere oggi.
La strategia ti fa vincere per sempre.

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