
La tabula non nasce nelle corti o negli uffici dei dominatori.
Nasce nei porti, nelle taverne, negli accampamenti: popolata da mercanti, soldati, viaggiatori e poveri di frontiera.
È un gioco che attraversa epoche e imperi, ma sempre come clandestino, sempre come sospetto.
Per secoli è stato proibito, censurato, accusato di essere un passatempo pericoloso.
La Chiesa medievale lo considerava disordine, perdita di tempo, rischio morale.
Proprio questo rifiuto istituzionale ne rivela la natura insubordinata:
la tabula appartiene a chi vive fuori dalla disciplina, non a chi la impone.